venerdì 4 novembre 2011

Confessioni di una mente dissociata. Pardon, che dissocia.

Ho tre ospiti che non mi mollano un attimo, mi seguono ovunque, e per quanto io cerchi di allontanarli vogliono stare sempre con me. Inutile dire che la loro presenza costante mi è fonte di altrettanto costanti seccature, specie perché di andarsene non sembrano avere la minima idea. Ogni tanto li allontano, ma dopo pochi giorni ritornano. A causa loro sono stato costretto a troncare i miei rapporti col mio primo grande amore, salutandolo in lacrime ma con la promessa di rivederci un giorno, per poi chiudergli con determinazione la porta in faccia. La porta del freezer. D’altra parte quella tra me e il pane (specie quello unto e ipersalato) è stata una lunga storia piena di pathos, di sentimenti veri, di attimi di fugace e intensa felicità. 
Ma i carboidrati sono diventati off-limits. Almeno per un mesetto. Forse due. Un giorno, però, staremo di nuovo insieme, gliel’ho promesso.  Magari per qualche fugace incontro notturno. Tanto c’è il microonde, in tre minuti di cottura combinata si può consumare una scappatella dietetica, occhio non vede cuore non duole.
Occhio e cuore no, ma bilancia , sfortunatamente. E i tre chili ospiti indesiderati, quella li vede benissimo.

Comunque. Decisione presa, voti fatti, inizia il combattimento. La missione. La crociata.
Quindi ora a noi, dannati tre chili da far fuori.  Mi libererò di voi assolutamente, per quanto tenaci voi siate nello starmi sempre appiccicati. Voi volete stare sempre con me, ma il sentimento non è reciproco. Stramaledetti.

Una volta mica era così complicato. Intendo tipo dieci anni fa. Cioè, chi ci pensava alla manutenzione ordinaria? Il corpo funzionava bene per conto suo. Diciamo che si arrangiava alla meno peggio. D’accordo che – devo ammetterlo – sono sempre stato un po’ ossessionato sull’argomento, ma c'era un periodo in cui mi rifornivo di tre-quattro vasetti di yogurt al giorno, quelli supercalorici tutti cremosi con i cereali croccanti ricoperti di cioccolato da buttare dentro.

gusto + gusto = 150 g di dannazione eterna

Passavo al supermercato e hop-là, dentro il carrello a pacchi. A scatoloni. Adesso è meglio se li guardo solo dal monitor, con aria melanconica. Tre-quattro volte al giorno, al massimo.  Senza indugiare troppo con lo sguardo.
Aspetta un po' che scorro in giù con la rotellina del mouse.
La storia della piramide alimentare non mi convince per niente. I carboidrati non dovrebbero essere la base? Quella larga? Com’è che tutto quello spazio è riempito da un piatto di pasta? Oppure, a guardare la figura, in proporzione mi devo beccare durante il giorno un cavoletto di bruxelles, qualche acino d'uva, una lisca di pesce e limitarmi a sniffare lo zucchero.
 
 Mi rendo conto poi di stare sviluppando dei comportamenti paranoidi: stanotte, ad esempio, mi sono sognato che addentavo una pizza genovese. Quando vado in panificio a comprare il pane mi sento come osservato. Mi sembra di rifornirmi di sostanze illecite. Da un momento all'altro mi aspetto faccia irruzione in panificio un manipolo di Weight Watchers  armati fino ai denti e mi trascinino via per alto tradimento.
Il prossimo passo sulla via della follia, immagino, sarà riempire il portafoglio con fotografie di torte sacher.

Vabbè, è il metabolismo, maledetto lui. Non che sia mai stato sull’orlo della denutrizione, chiariamoci. Però un vago equilibrio c’era, né mi pare di essermi mai ammazzato di sport per giustificare un decente controbilanciamento delle calorie ingerite.
Ma non è solo per la dieta: c'è anche la questione acciacchi. Stamattina facevo la strada con una collega e il discorso base era malanni, dolorini, visite specialistiche, insonnia, rottamazione. Cambia l'età, cambia l'argomento di conversazione.
Pare che misteriosamente l'alimentazione dovrebbe, in qualche modo, aiutare anche a invecchiare bene. Tanto per assestare un altro colpo mortale alle buone porcherie. Che poi non ho capito che gusto ci sia a campare cent'anni se devi nutrirti per novanta con sedani sconditi, carote intinte nel limone e cinquanta grammi di riso all'olio.
Certo una volta il corpo non faceva tutte queste storie: se si ammaccava un po', ci pensava da solo a rimettersi a posto. Adesso, se non lo tratti bene, te le fa pesare eccome. Sarà che con l’età si diventa più permalosi.

Infatti, infarcito di buoni propositi, me ne vado a correre e *zack* mi torna la dannata tendinite. 
E allora palestra, che tanto fa buio presto, fa freddo, e con quelle macchine diaboliche sforzi meno il tallone. Movimento comunque devi farlo perchè sennò ti ammosci come un budino, una bavarese, come la panna cotta, come la burrata. Che ho preso tutte cose da mangiare, sarà per la dieta. "Come una medusa" facciamo, quella non mi è ancora venuta voglia di cucinarla.

Poi ci sono i cheats, i trucchi che ti permettono di ottenere migliori risultati con un minore sforzo: bocciate sulla (s)fiducia le diete del limone, dell'ananas, della zucchina,  della fava, della noce di cocco in testa e tutte le altre deliranti e improbabili che spuntano come funghi velenosi all'inizio dell'estate, ultimamente sento spesso il mantra del "Devi Dissociare". 
E dissociamo allora. Pasta e verdure a pranzo, carne e verdura a cena. Neanche così difficile. Mai due proteine diverse insieme. Pochi zuccheri (pfff!), poco olio, poco sale, poco pepe, poco di praticamente tutto quello che dà sapore alla vita. E' anche facile da ricordare. Se è buono, non deovresti mangiarlo.
A furia di dissociare mi si dissocia pure la personalità: di giorno crociato dell'alimentazione frugale, di notte viaggiatore onirico nel paese dei carboidrati. 

Non che la mensa – il fornitore del 90% di quello che mangio durante il giorno - aiuti, si intende. Per evitare i vari piatti farciti di burro, panna, cioccolata e altri veleni, l’altroieri mi sono nutrito quasi esclusivamente di insalata, come le capre. L’unica scappatella sono stati sedici tortellini (li ho contati), duri come il marmo, una volta scolati dal burro. Certo, obietteranno i dietologi, il burro rovina tutto lo sforzo, ma allora come diamine devo mangiarli ‘sti tortellini? Rosicchiandoli direttamente dalla confezione, tipo le patatine?
Ieri poi ho pigliato a pranzo: un piattino di verdura lessa, una minestra di zucca (di nome. In realtà, poteva essere anche di qualunque cosa, visto che era assolutamente insapore) e, pietà, un piatto di penne all’amatriciana. Tra la costernazione della cassiera che mi ha visto arrivare con due primi.
“Oh, ma tu non eri in dieta?” mi chiede, implacabile, una collega, prima ancora che riesca a sedermi a tavola.
Ma insomma! Datemi tregua!!
Sunto dei carboidrati di due giorni: un piatto di amatriciana e sedici tortellini. Secondo me questa è dieta. Il problema semmai è che questo regime, stando al piano d’azione, deve andare avanti per anni. E secondo me questo è un po' più problematico.
Vabbé, e fin qui in qualche modo si può anche resistere.  Forse basta farci l'abitudine.
Anche perché due volte alla settimana, il cornetto a colazione me lo mangio, non si discute. Rovino tutto lo sforzo? Io lo vedo più come una boccata d’ossigeno per tirare avanti, tanto si mangia la mattina e c’è tutto il giorno per smaltirlo.. stando davanti al PC.
Che infatti si lavora sempre al chiuso, sempre nella penombra grigia, sempre chini davanti a questi monitor maledetti, per cui devi fare qualcosa per evitare di assumere la tipica postura figa da topo d'ufficio.


Magari per quello provvederò stasera in palestra, ritrovandomi a contendermi con ferocia quei tecnologici attrezzi di tortura con altri esaltati -neanche fossero giostre su cui spassarsela in allegria- con lo scopo dichiarato di soffrire il più possibile, sudare come un fanatico inseguendo nel frattempo sogni proibiti (tipo patate, saltimbocca, pizze e bomboloni); tutto questo teatrino con la speranza di essere mezzo paralizzato durante tutto il weekend, con auspicabili crampi e contratture su braccia, gambe e addome, in modo da potermi finalmente sentire soddisfatto e felice.
Il metabolismo ha indubbiamente un senso dell'umorismo discutibile! *_*

1 commento:

  1. Come ti capisco! Oh come ti capisco. Ieri ho mandato tutto a f*** e ho comprato una torta che mi farà ingrassare di 10 chili solo lei: Mandorle, miele, nocciole... Ne basta un pezzetto e cominci a saltare per la stanza. La pagherò, oh come la pagherò

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