giovedì 25 agosto 2011

Excuse you know if I would

Lo ammetto, il mio inglese è arrugginito. E dico arrugginito per essere pietoso e comprensivo verso me stesso.
Come succede a molti, finché si tratta di comprendere il senso di una frase su internet la cosa è vagamente ok, ma quando si tratta di mettere in croce due sostantivi e un verbo, e poi magari anche pronunciarli, la questione cambia.
D'altra parte l'ultima conversazione articolata di senso compiuto che ho avuto in lingua anglosassone (oltre a "..Schiùsmi, chu ticchetss fordebàs, plìz, denghiù") è stata all'esame di maturità, quindi è chiaro che un MINIMO di difficoltà nel montare una frase che abbia dignità di se stessa c'é.

Per fortuna di tutti noi, mr.Google se n'è uscito qualche tempo fa con la storia del Google Translate, che permette ai suoi adepti di comprendere aggratis abilmente tra una, boh, ventina di lingue diverse, traducendo istantaneamente anche intere pagine web e permettendo di comprendere con un minimo di abilità e intuizione anche in pagine scritte in arabo, swahili, persiano e urdu! *_*
Questo, chiaramente, in teoria. Perchè poi succede che un link ti rimanda a un sito russo, e tu con una fiducia incondizionata nell'onniscienza del Translator e sul tuo sesto senso clicchi su link che, per l'integrità psicofisica del PC, sarebbe stato meglio non tentare.

Ma ci sono insidie anche peggiori, come vado a dimostrare con questa testimonianza d'eccezione scattata in un bar veneziano di grande affluenza (e, confesso, per pura ripicca, visto che nel momento del bisogno mi è stata negata la carta igienica):


Cliccare per ingrandire, plìz, denghiù



Che voglio dire: ok, sono il proprietario di un locale pubblico, dove entrano turisti che non parlano italiano (...anche se magari potrebbero sforzarsi un po', giusto un po'?) e ho la buona volontà di scrivere un vademecum su come si usa la tazza del cesso, nel caso uno si fosse dimenticato o metti caso non ne avesse mai vista una prima. Può succedere.
Però, affidandomi mani e piedi legati a Google, rischio figure ben peggiori, soprattutto contribuisco ad alimentare in giro per il mondo il diffuso stereotipo dell'italiano beatamente 'gnurant che non sa un'acca di lingue straniere. Che poi i francesi si rifiutano di parlare con noi, gli americani ci ridono in faccia, e le compagnie irlandesi di volo low-cost mettono il nostro primo ministro sui loro siti.

Il vantaggio è stato, invece, il creare un gustoso pezzo di teatro dell'assurdo (Wiki: "Il teatro dell'assurdo si caratterizza per dialoghi senza senso, [...] capaci di suscitare a volte il sorriso nonostante il senso tragico del dramma che stanno vivendo i personaggi.) perchè a ben vedere gli elementi c'erano tutti: il sorriso (del turista), i dialoghi senza senso (del cartello), e soprattutto il dramma del personaggio (per la carta igienica mancante)

Particolarmente evocative trovo le "Foglie nella ciotola"; la promessa di essere sempre "riveritamente pulito", o qualcosa del genere, nel futuro; e soprattutto la madre dell'esercente incaricata di dire a tutti come si usa il wc.

Della serie:

(...o anche no)

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