lunedì 29 agosto 2011

Snack al bacon e altre mortali insidie

Ti martellano mediaticamente tutto il tempo con immagini di atletiche superfighe in costume, di uomini perfettamente sbarbati col fisico statuario, normalmente impegnate a saltellare inenggiando a cereali al riso che sanno di cartone (lei) o a guidare su strade desertiche una potente vettura lucente o sfoggiare la tartaruga addominale sotto un faretto ostentando pose macho '80 (lui).

Pubblicità falsa e tendenziosa, visto che la quantità prevista per indossare il malefico vestitino
e "tornare in forma in 2 settimane" è tipo 30 gr/giorno: praticamente tre cucchiai rasi,
 al di sotto della soglia di denutrizione africana


Il sogno del maschio ideale (ovvero: i 3 articoli ripetuti con minime varianti in OGNI numero):
addominali scolpiti in 12 minuti; più sesso intortando la partner con giochetti psicologici
testati probabilmente sulle quattordicenni; più stile (da tamarro, direi), e meno stress.
Che tanto se fai sesso come un riccio e vai in giro con l'addominale unto, dev'essere la tesi dei
redattori, che cavolo di stress puoi mai avere?


Promesse di realizzare desideri che, pubblicate così ossessivamente, secondo me dimostrano più che altro che i pubblicitari si rivolgono ad un pubblico che stimano grasso, flaccido, frigido, sciatto e stressato.
Quindi: ti mettono in testa che se sei un maschio devi perlomeno avere un fisico da boscaiolo (saltuariamente cosparso d'extravergine d'oliva, se possibile), il capello ribelle, lo sguardo da duro/sexy e i bicipiti da lottatore anche se passi 10 ore al giorno sulla sedia girevole dell'ufficio e il resto nell'ingorgo in tangenziale.
Se sei una donna invece è chiaro che non puoi uscire di casa tranquilla se non pesi al massimo 50 chili (di cui almeno 20-25 di tette), non prendi ogni fine settimana per i fondelli gli ospiti usando la pizza pronta e spacciandola per il frutto del tuo orto biologico in terrazza, e per strada non scuoti sorridente ogni tanto la chioma lucente e senza doppie punte suscitando mormorii di ammirazione tra la folla.
Va bene. 
Ma poi mi spieghino perché, quando te ne vai al distributore di snack dell'ufficio sotto i morsi della fame delle 11:30, trovi solo stramaledettissimi sacchettini che ti guardano da dietro il vetro con i loro occhietti malvagi e ti dicono "prendimi, prendimi" quando sai benissimo che anche la merendina più minuscola e apparentemente innocua ha minimo 200-250 kcal, zuccheri in quantità esorbitante, grassi idrogenati (qualunque cosa siano) alle stelle.

domenica 28 agosto 2011

La torta di carote, alla faccia di Clementina

Mi si fa notare che, parlando di torte di carote, il Piccolo Mugnaio Bianco (questo tizio qui sotto) e la sua gang della Mulino Bianco, capeggiati dalla crudele Clementina, detengono la patria potestà di ogni ricetta.




Una delle tristissime imprese che vedono il Piccolo Mugnaio Bianco ancora
una volta umiliato, alla faccia dell'ipocrita toponomastica della "Valle Felice".

Per combattere lo strapotere mediatico (che fu) della malvagia Clementina -che ERA indubbiamente malvagia e senza cuore, come ricorderà chiunque abbia vissuto con dolore le tragiche storie che vedevano il Piccolo Mugnaio impegnato a farsi ignorare, umiliare e picchiare senza orgoglio dalla suddetta ragazzotta, oggi intendo intasare il blog con una gnoseologia applicata alla creazione di buone porcherie.
Ecco a voi la ricetta, step by step, facile & veloce, della TORTA DI CAROTE! Così semplice che è alla portata anche di un uomo, o se non state attenti anche di due gatti (come testimoniato dalla sequenza fotografica).

venerdì 26 agosto 2011

The wicked witch of the west

"♪ We're off to see the wizaaard, the wonderfulll wizaaard of Ooooz...♫"


Et voilà, terzo post. Ora ne mancano novantasette.
Terzo post, e primo capitolo del Cineturgatto!
Comincio con uno dei miei film preferiti da sempre.
La storia del mago di Oz è nota ai più, anche grazie al film (del 1939, su libro scritto nel 1900 da Frank Baum) che ci racconta in sostanza le vacanze last minute di Dorothy -una ragazzina del Kansas- nel regno di Oz, nel quale si distingue per una serie di svariate imprese tra cui si annoverano: ruolo attivo nella distruzione della casa paterna, parcheggio abusivo in centro storico della Città  dei Munchkin, deposito di rifiuti ingombranti in area urbana, furto di scarpette rosse, streghicidio seriale, cleptomania, furto con scasso, lesioni personali e per finire rovesciamento del potere consolidato dal Mago di Oz -che scopriamo essere invischiato a sua volta in affari poco leciti e autore di ripetute truffe ai danni dei contribuenti, e che viene infatti costretto dopo arrivo della pestifera bimba a levare definitivamente le tende.
Curiosamente la morale del film ci suggerisce che Dorothy, anzi che essere trascinata in tribunale per queste sue bravate ai limiti della legalità, viene addirittura premiata e spalleggiata nei suoi crimini da un'altra potente donna influente negli affari di Stato: Glinda -la sedicente Strega Buona del Nord- che trama evidentemente per esiliare il capo del governo in carica (il Mago di Oz, appunto) e intravede nella spietata immigrata un efficace strumento per la realizzazione del suo disegno: disfarsi in un colpo solo del governo in carica e dell'opposizione (rappresentata dalla malvagia Strega dell'Ovest)

giovedì 25 agosto 2011

Excuse you know if I would

Lo ammetto, il mio inglese è arrugginito. E dico arrugginito per essere pietoso e comprensivo verso me stesso.
Come succede a molti, finché si tratta di comprendere il senso di una frase su internet la cosa è vagamente ok, ma quando si tratta di mettere in croce due sostantivi e un verbo, e poi magari anche pronunciarli, la questione cambia.
D'altra parte l'ultima conversazione articolata di senso compiuto che ho avuto in lingua anglosassone (oltre a "..Schiùsmi, chu ticchetss fordebàs, plìz, denghiù") è stata all'esame di maturità, quindi è chiaro che un MINIMO di difficoltà nel montare una frase che abbia dignità di se stessa c'é.

Per fortuna di tutti noi, mr.Google se n'è uscito qualche tempo fa con la storia del Google Translate, che permette ai suoi adepti di comprendere aggratis abilmente tra una, boh, ventina di lingue diverse, traducendo istantaneamente anche intere pagine web e permettendo di comprendere con un minimo di abilità e intuizione anche in pagine scritte in arabo, swahili, persiano e urdu! *_*
Questo, chiaramente, in teoria. Perchè poi succede che un link ti rimanda a un sito russo, e tu con una fiducia incondizionata nell'onniscienza del Translator e sul tuo sesto senso clicchi su link che, per l'integrità psicofisica del PC, sarebbe stato meglio non tentare.

Ma ci sono insidie anche peggiori, come vado a dimostrare con questa testimonianza d'eccezione scattata in un bar veneziano di grande affluenza (e, confesso, per pura ripicca, visto che nel momento del bisogno mi è stata negata la carta igienica):


Cliccare per ingrandire, plìz, denghiù

Incipit




...Ecco, probabilmente no: non c'era proprio il bisogno di intasare la rete con un altro blog, ne parto già pienamente consapevole. Però d'altra parte arriva un momento nella vita  (per non dire: nella giornata di oggi) in cui uno si sente invischiato in una trita noiosa routine e prova un impellente bisogno di sperimentare novità.
La prima che mi è venuta in mente è questa.  Un blog. Poteva andare peggio, tutto sommato.
Chiaramente sorge spontanea LA domanda: già non perdo abbastanza tempo con Facebook?
Altrettanto spontanea la risposta: SI',ovviamente.
Ma pensandoci un attimo là i commenti sono brevi, lapidari. Mancano di adeguata introspezione. Qui invece, immagino, uno si può lasciar andare all'introspezione, e intasare alla grande.
Il che, chiaramente, non è necessariamente un bene. ANZI.