venerdì 10 febbraio 2012

Attenti al lupo cattivo!

La discussione di oggi: Cappuccetto Rosso è una fiaba educativa?
La raccontereste ai vostri figli a cuor leggero, pur sapendo che potrebbe causare danni irreparabili alla loro psiche? E potrebbero finire a scrivere cose senza senso come queste su un blog come questo?




Come per la maggior parte delle Seghe Mentali™, la risposta più corretta a questa domanda è chiaramente “Boh, ma veramente non ci ho mai pensato…” , il che sottende anche un certo disincantato menefreghismo per la questione, ma per rimediare alla cosa ci sono qui io.

Allora, la storia della bambina mascherata, priva di un nome proprio e dotata di un soprannome equivoco è universalmente nota: lei vive con la madre, la quale un bel giorno le rifila un cestino del pranzo con della torta e del vino e le dice di andare a trovare la nonna che, essendo ammalata, ne sarà contenta. Cioè, un’aspirina no, eh? La vecchia alcoolizzata.
Comunque la bimba parte verso la casetta della nonnina, nel bosco, esce dal sentiero per cogliere fiori per la nonna e così incontra il furbo lupo, che la raggira facilmente; il lupo entra in casa e si pappa la nonna, si pappa anche Cappuccetto Rosso dopo il famoso demenziale interrogatorio, infine arriva il buon cacciatore  che tagliando la pancia del lupo estrae le due ancora in salute –in un’altra versione, arriva un po’ prima cosicché deve estrarre solo la nonna –  e per tutti, tranne il lupo ovviamente che finisce ammazzato dalle lesioni interne provocate dalle grosse pietre che gli hanno infilato nello stomaco, tutto è bene quel che finisce bene.





Bisogna riconoscere che la morale di tutta la faccenda è quantomeno oscura.
Bella favola formativa, ma che diavolo di insegnamento sarebbe per i bambini? Cosa gli si vuole comunicare? Di non parlare mai con i lupi? Di non cogliere i fiori per le nonne? Di diffidare dalle anziane signore con i denti aguzzi e gli artigli canini?  Di non vestire il proprio cane con una vestaglia?
Un’ipotesi propugnata dalla stessa Cappuccetto alla fine della fiaba, - un po’ come quei cartoni anni ’80 per bimbi semiritardati in cui alla fine ti spiegavano la morale della puntata nel caso tu non ci fossi arrivato da solo – è che se non avesse deviato dal sentiero e avesse ascoltato i consigli della saggia mamma, cioè di andare dalla nonna direttamente senza andarsene a zonzo, non ci sarebbe stato tutto quel casino e la nonna avrebbe potuto ubriacarsi allegramente senza dover prima finire nell’intestino del mostro. 
Senza fiori, ma anche senza pezzi di succhi gastrici sui bigodini.


Vabbé, scusa sai Cappuccetto, come sunto mi pare un po’ fiacco. D’altra parte, è la morale trovata da una bambina di sei anni.
Va detto in ogni modo che la bimba, pur con la scusante di essere piccola, dimostra a più riprese un’idiozia disarmante. Incontra un grosso canide per strada e gli parla. E fin qui. Il problema è che il lupo le risponde pure. Di tutti i personaggi, il lupo parla solo con lei, gli altri non capiscono una parola di quello che dice. Bisognerebbe capire se quest’abilità della bambina è supportata dall’uso di sostanze particolari, altro che cogliere fiori.
Gli fornisce a questo punto una descrizione del tragitto per la casa della nonna che neanche un GPS, gli dice come e quando entrare, gli fornisce indicazioni sullo stato di salute della nonna, gli dice che tra un po’ arriverà sola anche lei, praticamente gli dà un appuntamento.
Ho sempre pensato: se il lupo voleva mangiarsela, la tenera bimba, poteva farlo ora che tanto erano soli: e invece perché aspetta di essere nel letto della nonna?
Comunque: il lupo saluta la piccola ingenua, ci mette un nanosecondo ad arrivare alla casa così minuziosamente descritta, trova la porta comodamente aperta, entra e si mangia l'insulsa padrona di casa in un boccone. Fine del ruolo della nonna nella favola. Che abbiamo visto che se la masticava un po’, la vecchia, era meglio.

La Nonna di Cappuccetto non ci fa una bella figura, decisamente.


Vecchia. Mica tanto vecchia, poi: che razza di anziana malata è che vive DA SOLA NEL MEZZO DI UNA FORESTA? Se era davvero così fragile e bisognosa, perché sua figlia e sua nipote non la ospitavano da loro?

Se non lo fanno, è ovviamente perché la nonna doveva essere ancora relativamente giovane e arzilla, tanto da poter fare la bella vita da sola senza la scocciatura della figlia tra i piedi. E il nonno dov’era, poi? Morto tragicamente in giovane età, poco dopo il matrimonio? O scappato?
Si deve dedurre che la nonna è una signora probabilmente sulla sessantina, ancora piacente, che quasi sicuramente ha avuto la figlia da una relazione in giovane età con un uomo che è poi scappato o morto, una donna che beve alcoolici e che ha ancora voglia di divertirsi – visto che lascia la porta socchiusa in attesa che succeda qualcosa di interessante, cosa che permette al lupo di intrufolarsi facilmente.
E’ evidente che non si lascia la porta aperta di una casa solitaria nel mezzo del bosco. Forse aveva un appuntamento con qualcuno. E’ solo un caso che il cacciatore fosse passato di là poco dopo?



Sull’interrogatorio che mostra l’acume di Cappuccetto in tutto il suo rosso splendore non intendo soffermarmi oltre. Non è che se infilo una cuffia da notte a un cane non capisco più che si tratta di un cane, è evidente. Neanche una ritardata come Cappuccetto poteva confondersi. 
Se la bimba non avesse sei anni o giù di lì, sarebbe lecito pensare che stava stuzzicando il lupo facendo la gatta morta, e scusate il gioco di parole.

Il lupo comunque non si perde d’animo: risponde colpo su colpo alle domande della... diciamo ingenua (leggi: rintronata) ragazzina finché, quando si presenta l’occasione, se ne esce con quella battuta scontata da humor da film d’azione americano e si ingoia pure lei, per poi mettersi –in vestaglia e bigodini– a ronfare soddisfatto.
Se si chiudeva là, la storia poteva anche avere una qualche distorta morale.

Ma ecco che, per amor di lieto fine, arriva con tempismo sospetto il cacciatore. Mentre il lupo sonnecchia, quello gli fa un insospettato intervento chirurgico coi fiocchi e, senza svegliarlo dall’anestesia totale che deve evidentemente avergli fatto, gli estrae dalle viscere le due femmine, e poi servizievole gli ricuce la pancia.
NO SUL SERIO. Un intervento del genere, usando probabilmente le posate della cucina (a meno che il cacciatore non avesse un kit dell’Allegro Chirurgo con sé per ogni evenienza) su un lupo in vestaglia. Perché non poteva semplicemente sparargli come un normale cacciatore. Lui deve torturarlo, lacerargli la carne e rovistargli con disinvoltura negli intestini con bisturi improvvisati, usando tutto quello che trova frugando alla rinfusa nella casa della signora.




E poi la cosa ancora più agghiacciante: Cappuccetto Rosso, peraltro per niente sconvolta dalla faccenda, propone a questo punto di riempire la pancia del lupo con grosse pietre. Perché non poteva semplicemente fargli sparare dal cacciatore. Perché voleva ucciderlo e vederlo soffrire nel modo più doloroso possibile.
Capito, la cara Cappuccetto, "[...] una ragazzina dolce e buona; tutti quelli che la vedevano l'amavano”?
Tutti tranne quelli del WWF.
Una sadica in erba, una pericolosa psicotica dotata di una perversione crudele ai limiti dell’immaginazione. Sicuramente gli psichiatri da cui certamente andrà in cura daranno la colpa ai cartoni animati che guardava da piccola.
Il disgraziato lupo alla fine si sveglia, senza accorgersi dell’orrenda mutilazione che gli è stata inferta; vede il cacciatore, cerca di fuggire via ma le pietre gli tengono ancorata la pancia al letto; cosicché la povera bestia finisce con lo strapparsi letteralmente in due, in una scena splatter che presumo abbia imbrattato di schizzi di sangue e pezzi di visceri sparsi tutta la camera da letto. Tanto pulisce la nonna.



La storiella si conclude con il trio dei malvagi umani che ride allegramente della morte dello sfortunato animale. Capito, il "lupo cattivo"? Ma povera bestia.
La spietata bambina intanto balla sul cadavere e istoria il suo cappuccio con il rosso di un’altra delle sue vittime, mentre il sadico chirurgo e la nonna in reggicalze si scolano i superalcolici.

E in tutto questo, la madre di Cappuccetto? Perché neanche lei è esente da colpe.
Che madre scriteriata è una che manda la figlia piccola DA SOLA IN MEZZO A UNA FORESTA, sapendo che è popolata da lupi, senza fornirle una scorta? Cosa avrebbe raccontato ai carabinieri, se non fosse intervenuto il cacciatore?

“Signora, ci dispiace doverle dare questa notizia, ma sua figlia è stata sbranata dai lupi.”
“Cielo, non sapevo ci fossero lupi in questa foresta, e inoltre ci ho mandato mia figlia da sola senza neanche avvertirla di non parlare alle belve feroci!”
“Signora, ci prende in giro? Venga con noi in centrale.”



In effetti, è scema? Cos’è, abitava in quella zona e non lo sapeva? Oppure lo sapeva, e ha esposto comunque con noncuranza la figlia al pericolo mortale? Non poteva portarla lei alla nonna, quella maledetta cesta? Non poteva almeno accompagnare sua figlia? Non poteva avvertirla di non dare retta a lupi sospetti con bigodini e cuffia da notte?
E’ chiaro che anche lei, come la nonna, ha un comportamento sospetto. 
Vive sola con la figlia (e il padre di Cappuccetto dov’è?), è una donna giovane, forse un po’ oca, tiene scorte di vino in casa e non si preoccupa affatto di quello che può succedere alla sua bambina. Forse non l'aveva mai voluta, quella bambina. Era il frutto scomodo di una notte, tant'è che il padre non si vede da nessuna parte. 
Probabilmente, da madre snaturata qual era, voleva proprio sbarazzarsene accidentalmente, per farsi i comodi suoi e avere la casa libera tutto il giorno. Altrimenti l’avrebbe di certo avvertita del pericolo del lupo.

A meno che, ovviamente, i fratelli Grimm nello stendere la loro favoletta intendessero con “lupo” non un vero animale, ma qualcosa tipo un vecchio pervertito pedofilo.
Il che darebbe forse l’unico senso plausibile alla storiella: se siete degli uomini in cerca di avventura, convinti di essere dei dongiovanni incalliti, furbi come vecchi lupi, state in guardia dalle ragazzine vestite con abitini dai colori provocanti e che fanno le ochette fingendo di essere innocenti e di non capire nulla: sembrano ingenue, indifese, alla vostra mercé… ma alla fine vi fregano!!!


2 commenti:

  1. Ciao,
    l'immagine di cappuccetto rosso seduta sul letto che parla col lupo è protetta da copyright, come segnalato in calce al mio blog. Le autrici (elisabetta melaranci e cristina giorgilli) non desiderano che venga utilizzata senza il loro espresso permesso. Sarebbe utile che venissero segnalati i crediti o rimossa l'immagine. Grazie
    cristina

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non l'avevo visto, scusate!
      E' un bel disegno!

      Elimina